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12- Ricognizione scientifica e studi successivi

Nel 1984 è stata eseguita una ricognizione scientifica del corpo del Santo che ha stabilito trattarsi dei resti di un longitipo, con ossatura genericamente gracile, di statura160 ± 10 cm, di età compresa tra 50 e i 70 anni, con caratteri secondari scheletrici di tipo maschile, affetto in vita da una malattia reumatica inquadrabile nella spondiloartrite anchilopoietica di Strümpell-Marie, che prima della morte o subito dopo era stato colpito da un fendente affilato sotto l’osso zigomatico destro, causa o concausa della morte stessa. Recentemente si è potuto verificare che le ossa di tale corpo sono complementari e compatibili con altre due attribuite da documenti storici a san Tommaso, conservate a Maastricht e Bari e provenienti da Edessa.

PER APPROFONDIRE

Al termine della ricognizione del 1984, effettuata dai proff. Luigi Capasso, Arnaldo Capelli, Fulvio della Loggia, Sergio Sensi della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Chieti, i resti ossei del Santo sono stati ricomposti dentro un cilindro di vetro con sul tappo due uscite: una autolubrificante al teflon e l’altra con un manometro laterale in vetro fusibile, il cui interno è stato opportunamente trattato per allontanare qualsiasi forma infestante (prima della chiusura è stata immessa formaldeide gassosa; è stato determinato, inoltre, il vuoto spinto, seguito da un bagno in DDVP gassoso, con successivo flusso di argo). Poi il cilindro e altri due contenitori, con i frammenti ossei più minuti, sono stati collocati all’interno della cassa in rame dorato del ‘600, che presenta su uno dei lati lunghi un dipinto opera di T. Alessandrino (datato al 1612).

Studi successivi, portati avanti dal prof. F. della Loggia (già membro della Ricognizione del 1984), hanno dimostrato la complementarietà e la compatibilità dello scheletro ortonese con un omero destro custodito nella basilica di San Servazio a Maasticht ed un radio sinistro conservato preso la Basilica di San Nicola a Bari, entrambi provenienti da Edessa. Tali studi non solo hanno fornito elementi per rafforzare l’autenticità dei resti conservati ad Ortona e provenienti da Chios, ma hanno permesso di affinare anche alcuni parametri rilevati nella ricognizione del 1984 relativamente alla statura: non più 160 ± 10 cm, ma 164 ± 3,22 cm.

22 Agosto 1984. Apertura del sarcofago e prima osservazione dei reperti ossei

Il dott. F. della Loggia nel lavoro di compatibilità per l'assemblaggio

Maggio 1985. Scheletro di san Tommaso ricomposto ed esposto alla venerazione dei fedeli

Resti ossei di san Tommaso sistemati nel cilindro posto dentro la cassetta di rame dorato

OPERA DELLA BASILICA DI SAN TOMMASO APOSTOLO
Biblioteca Diocesana - Largo Riccardi
66026 Ortona (CH)
Mail: info@santommasoapostolo.eu